PER NON DIMENTICARE

diario di un partigiano Giovanni BERTA

La storia

La Brigata PartigianaRacconti di vita partigiana della 53a Brigata Garibaldi “Tredici Martiri” Lovere (Bergamo)

“Per non dimenticare” diario del partigiano Giovanni Berta, è una storia della Resistenza italiana, la storia affascinante e drammatica della 53a Brigata Garibaldi che agì nell’Alto Selbino del lago d’Iseo, nella Valle Cavallina e nell’alta Valle Seriana.
E’ una storia senza retorica dal 25 luglio 1943 sino alla Liberazione del 25 aprile 1945.
E’ la storia della vita partigiana, della sofferenza patita per il freddo e la fame.
E’ la storia del coraggio di vivere per un ideale di libertà nella paura di rappresaglie e tradimenti.
E’ la storia della vita quotidiana dei partigiani in guerra contro il nazi-fascismo, una vita appesa al filo esile della solidarietà e della speranza in una nuova Italia.

Comandante "Montagna"Sintesi di alcuni capitoli

DOPO L’8 SETTEMBRE
L’8 settembre 1943 mi colse a Verona, dov’ero in qualità di artigliere da montagna, proprio alla vigilia della partenza per la Russia.
Giunto a casa, dopo essere miracolosamente sfuggito all’invasore (grazie anche ad una ospitale famiglia di Santo Stefano di Zimella che mi nascose in casa per otto giorni), dovevo con urgenza rispondere all’assillante quesito: <<che cosa fare?>>

I Tredici MartiriI TREDICI MARTIRI: LOVERE 22 DICEMBRE
Tredici partigiani furono purtroppo catturati (6 durante il rastrellamento e 7 a casa loro), tra i quali c’era quasi tutto il gruppo Locardi.
Dopo essere stati maltrattati e interrogati al convitto <<Baroni>> di Bergamo, i 13 ragazzi ripresero la via di Lovere il 22 Dicembre seduti sulle proprie bare: sette furono fucilati in località Poltragno e 6 in Lovere. Tutti rifiutarono la benda.

Trasferimento in montagnaIN MONTAGNA
Nella mia vita il 18 giugno 1944 costituisce una tappa importante poiché fu in quel giorno che in un impeto di rabbia ruppi ogni indugio e raggiunsi i partigiani del comandante Montagna.

IL LANCIO A VILLA FACCHINETTI E LA 53° BRIGATA GARIBALDI
Dai falò accesi si levavano alte fiamme e i compagni silenziosi avevano lo sguardo fisso al cielo, in attesa.
L’aereo dopo alcuni minuti di giri circospetti picchiò in direzione dei fuochi, per farci intendere che ci aveva individuati. Si allontanò facendo un ampio giro e finalmente, appena fu di nuovo sopra di noi, sganciò 19 paracadute.

"Filava e Leo"
BATTAGLIA DI FONTENO: 31 AGOSTO
La Battaglia seguita al rastrellamento effettuato dopo la cattura dei due tedeschi, rappresenta uno degli episodi più valorosi e più gloriosi della storia della 53° Brigata Garibaldi e della resistenza italiana, poiché 96 Garibaldini, inferiori per numero ed armamenti, al comando di Montagna e Giorgio, riuscirono a tenere testa intelligentemente e valorosamente a 60 SS. Tedesche guidate dal Capitano Langer, comandante la piazza di Bergamo, ed a oltre 300 fascisti della Brigata Macerata e della O.P. di Bergamo.

Malga LungaMALGA LUNGA: 17 NOVEMBRE
Il tempo peggiorò. A malga Lunga il vento fischiava quasi presago di triste sciagura, c’era molta neve, il freddo molto intenso. Era il 17 novembre.
Il cerchio nemico si stringeva sempre più attorno ai compagni.
due colpi ad intervalli regolari. Capimmo: era finita.
a soli 4 giorni dalla loro cattura, essi venivano fucilati dai militi della Tagliamento.

La LiberazioneDALLA META’ DI APRILE ALLA LIBERAZIONE
Il comando fino a ora rimasto a Valgoglio, il giorno 24 Aprile decise di lasciare il paese di scendere tutti in valle.
Passammo a Colarete tra gente festante e con le lacrime agli occhi per la tristezza del distacco.
Gromo tutta imbandierata di tricolori, ci accolse con l’entusiasmo della sua popolazione.
Indescrivibile era la nostra gioia pensandoci ormai in cammino per entrare nei nostri paesi, non di nascosto e di notte, ma alla luce del sole.